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mercoledì 25 gennaio 2012
martedì 17 gennaio 2012
Tragedia Costa Concordia: la ricostruzione definitiva dell’urto con le Scole. Comportamenti inqualificabili del comandante (Dal sito www.farevela.net)
Giglio Porto, 17 gennaio- Non poteva essere altrimenti, per chiunque abbia navigato nell’Arcipelago Toscano. Come Farevelanet aveva scritto già sabato sera, a 20 ore dall’incidente, l’unico punto in cui una nave come la Costa Concordia poteva scontrarsi con uno scoglio era la Secca delle Scole che, ribadiamo, si trova, nel suo punto più esterno (in riferimento al pescaggio di 8,2 m della nave) a 0,2 miglia dalla linea di Costa del Giglio. Sono 370 metri, e nel mezzo ci sono tre scogli emergenti più una serie di secche minori. Chiunque navighi al Giglio sa che, per andare dalla Cala delle Cannelle, ancoraggio estivo per decine di barche, a Giglio Porto, bisogna “allargare un po’ alle Scole”.
La drammatica immagine all’infrarosso raccolta dalla Guardia Costiera nella notte del salvataggio. Si notano (i punti neri a poppa) i passeggeri in evacuazione. Foto Guardia Costiera
Portare una nave di 290 metri, larga 35, di quelle dimensioni e di quel pescaggio, in quel punto è assolutamente inconcepibile per qualunque uomo di mare. Le gravissime responsabilità del comandante Francesco Schettino stanno emergendo con una rapidità e una chiarezza lampante. Così enormi da lasciare esterefatti. Alle 11 di oggi è iniziata a Grosseto l’udienza con il GIP per la conferma del fermo. Le accuse, al momento, come riferito dal procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, sono omicidio colposo plurimo, abbandono nave e naufragio, disastro. Ve ne potrebbero essere anche altre, configurando un dolo grave che aumenterebbe il grado dell’accusa di omicidio plurimo. La situazione ambientale è ugualmente a rischio, con conseguenze che ci auguriamo l’intervento di tutte le agenzie operanti al Giglio riescano a evitare. Se la nave sprofondasse dallo scalino sui 20 metri dove si trova incagliata nella scarpata che precipita a 70 metri, con le sue 2400 tonnellate di gasolio nei serbatoi, i rischi ambientali per il Giglio e tutto l’Arcipelago Toscano sarebbero incalcolabili. Un’ipotesi davvero terrificante, se analizzata nel suo dettaglio.
I passeggeri evacuati dalla Costa Concordia nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Foto infrarosso Guardia Costiera
Ecco perché una sconvolgente bravata come quella che sta emergendo in tutta la sua stupida dinamica, farsi vedere dal Giglio con la nave di cui si ha il comando, non riesce ad essere accettata da questa testata nè da tutto il mondo. Portare una nave di quelle dimensioni sulle Scole è semplicemente “criminale” da chi ne ha il comando. Punto. Lo stesso procuratore Verusio, con le dichiarazione rilasciate in mattinata a Radio Uno, era estereffato dalla superficialità e dall’avventatezza di tale manovra. Il successivo comportamento del comandante (davvero proviamo un certo fastidio a chiamarlo ancora così, conoscendo invece le tradizioni e l’attenzione della Marina, sia militare sia commerciale, quando si parla di navigazione e sicurezza) arriva addirittura a sconvolgere: mancanza di consapevolezza del disastro, mancate procedure, mancata attivazione della catena di comando, panico. Il tutto sta emergendo nei dettagli e la magistratura sta procedendo, come è giusto che sia, con i procedimenti del caso.
La sconcertante telefonata del comandante con la Guardia Costiera
Sentite la sconcertante telefonata tra la Guardia Costiera e il comandante durante l’emergenza, dal Corriere Fiorentino. Assolutamente inconcepibile che un uomo che ha la responsabilità di una nave così. con 4200 persone a bordo, si comporti in questo modo e un plauso, invece, al comandante della Guardia Costiera che agisce secondo procedure, con la determinazione e chiarezza propria di questi casi:
La Costa Concordia immersa. Foto Guardia di Finanza
Tra i tanti commenti che abbiamo ricevuto alla nostra ricostruzione (letta da 31.600 persone a stamani), di cui qui ringraziamo tutti gli autori, ve ne sono alcuni di grande competenza. Idee, suggerimenti, ipotesi. La certezza, ormai, è data dalla logica di una banale carta nautica, di un tracciato AIS, dei tempi di reazione di una nave di tali dimensioni. Ci piace segnalre, quindi, questa ottima cartina che un nostro lettore straniero, Jan Forst, ci ha inviato e che, in base ai dati disponibili, riteniamo rispecchi fedelmente quanto è (purtroppo) accaduto:
La ricostruzione con Google Earth e i dati AIS dell’incidente della Costa Concordia. Ogni punto del tracciato AIS ha ora, velocità e rotta. Ciò evidenzia che prima dell’accostata, alle 20:37, la nave procedeva a 15,3 nodi per 285°. In quel momento era 1,2 miglia dalla costa del Giglio e a 2 miglia dalle Scole. Dopo quel punto, con colpevole ritardo, ha iniziato l’accostata a dritta fino a impattare con la carena a poppavia di sinistra con la secca delle Scole. Segnaliamo che le ore scritte da Jan sono UTC: l’impatto è avvenuto alle 21:42, secondo quanto dichiarato dal procuratore di Grosseto, e l’abbandono nave comunicato alle 22:58, oltre un’ora dopo. Grazie al nostro lettore Jan Frost
Concludiamo ripetendo quanto abbiamo già detto. La rotta di avvicinamento al Giglio era troppo bassa, poi l’accostata a dritta in netto ritardo, i tempi di reazione lenti, la “scodata” verso sinistra della poppa. L’impatto. Il panico. Se voleva farsi vedere dal Giglio, lo Schettino poteva passare ad appena mezzo miglio dall’isola, dove l’enorme mole della sua (ex) nave si sarebbe comunque notata e dove, da sempre e per sempre, il fondale è di 115 metri. Basta guarda una carta nautica.
Ecco perché una sconvolgente bravata come quella che sta emergendo in tutta la sua stupida dinamica, farsi vedere dal Giglio con la nave di cui si ha il comando, non riesce ad essere accettata da questa testata nè da tutto il mondo. Portare una nave di quelle dimensioni sulle Scole è semplicemente “criminale” da chi ne ha il comando. Punto. Lo stesso procuratore Verusio, con le dichiarazione rilasciate in mattinata a Radio Uno, era estereffato dalla superficialità e dall’avventatezza di tale manovra. Il successivo comportamento del comandante (davvero proviamo un certo fastidio a chiamarlo ancora così, conoscendo invece le tradizioni e l’attenzione della Marina, sia militare sia commerciale, quando si parla di navigazione e sicurezza) arriva addirittura a sconvolgere: mancanza di consapevolezza del disastro, mancate procedure, mancata attivazione della catena di comando, panico. Il tutto sta emergendo nei dettagli e la magistratura sta procedendo, come è giusto che sia, con i procedimenti del caso.
La sconcertante telefonata del comandante con la Guardia Costiera
Sentite la sconcertante telefonata tra la Guardia Costiera e il comandante durante l’emergenza, dal Corriere Fiorentino. Assolutamente inconcepibile che un uomo che ha la responsabilità di una nave così. con 4200 persone a bordo, si comporti in questo modo e un plauso, invece, al comandante della Guardia Costiera che agisce secondo procedure, con la determinazione e chiarezza propria di questi casi:
La Costa Concordia immersa. Foto Guardia di Finanza
Tra i tanti commenti che abbiamo ricevuto alla nostra ricostruzione (letta da 31.600 persone a stamani), di cui qui ringraziamo tutti gli autori, ve ne sono alcuni di grande competenza. Idee, suggerimenti, ipotesi. La certezza, ormai, è data dalla logica di una banale carta nautica, di un tracciato AIS, dei tempi di reazione di una nave di tali dimensioni. Ci piace segnalre, quindi, questa ottima cartina che un nostro lettore straniero, Jan Forst, ci ha inviato e che, in base ai dati disponibili, riteniamo rispecchi fedelmente quanto è (purtroppo) accaduto:
La ricostruzione con Google Earth e i dati AIS dell’incidente della Costa Concordia. Ogni punto del tracciato AIS ha ora, velocità e rotta. Ciò evidenzia che prima dell’accostata, alle 20:37, la nave procedeva a 15,3 nodi per 285°. In quel momento era 1,2 miglia dalla costa del Giglio e a 2 miglia dalle Scole. Dopo quel punto, con colpevole ritardo, ha iniziato l’accostata a dritta fino a impattare con la carena a poppavia di sinistra con la secca delle Scole. Segnaliamo che le ore scritte da Jan sono UTC: l’impatto è avvenuto alle 21:42, secondo quanto dichiarato dal procuratore di Grosseto, e l’abbandono nave comunicato alle 22:58, oltre un’ora dopo. Grazie al nostro lettore Jan Frost
Concludiamo ripetendo quanto abbiamo già detto. La rotta di avvicinamento al Giglio era troppo bassa, poi l’accostata a dritta in netto ritardo, i tempi di reazione lenti, la “scodata” verso sinistra della poppa. L’impatto. Il panico. Se voleva farsi vedere dal Giglio, lo Schettino poteva passare ad appena mezzo miglio dall’isola, dove l’enorme mole della sua (ex) nave si sarebbe comunque notata e dove, da sempre e per sempre, il fondale è di 115 metri. Basta guarda una carta nautica.
sabato 14 gennaio 2012
venerdì 13 gennaio 2012
NON CE NE SIAMO LIBERATI!
Gli stessi politici che hanno rovinato l'Italia siedono ancora in parlamento e continuano a votare nefandezze. NON CE NE SIAMO LIBERATI! Sono sempre loro a tenere in piedi il governo Monti e saranno, ahimè, sempre loro a decidere il nostro futuro.. Compresa la futura legge elettorale (appena vittima di sabotaggio da parte della corte costituzionale).
Cosa dobbiamo aspettarci? Che per uno slancio di autolesionismo si facciano da parte? Sono una massa di pregiudicati, corrotti, mafiosi, incompetenti, evasori, privilegiati, prepotenti e chi più ne ha più ne metta.
Beati gli stolti che continuano a credere ancora all'esistenza della tutela positiva dell'articolo 1° della costituzione! E Monti? Senza il sostegno dei partiti non potrebbe far nulla (ANCHE SE LO VOLESSE).
Molte persone definiscono dittatoriale la democrazia presente in Venezuela e Chavez un dittatore. Guardiamo in casa nostra e vedremo che l'unica differenza tra Italia e Venezuela è il livello di benessere diffuso che chissà ancora per quanto ci vedrà primeggiare. Escludendo quest'aspetto, il livello medio di libertà e di partecipazione politica del cittadino venezuelano è di gran lunga superiore rispetto a quello dell'italiano.
In questi ultimi vent'anni abbiamo visto direttamente o indirettamente il dilagare delle mafie in tutte le istituzioni politiche da nord a sud, e ciò ha portato alla rinuncia di moltissime tutele democratiche: abbiamo diviso e quindi smantellato i sindacati, abbiamo introdotto nel lavoro il virus mortale della precarietà, abbiamo distrutto la scuola, l'università, la ricerca, la rai, permesso monopoli e cartelli sui beni comuni, escluso i cittadini dalla vita politica e dalla scelta dei loro candidati, costruito migliaia di ecomostri rovinando per sempre gran parte del nostro territorio, rimandato il problema dei rifiuti sotterrandoli (indistintamente!), reso l'evasione una regola, affievolito le pene non solo sull'evasione ma anche sulla corruzione e sui reati di mafia, drogato giornali e partiti con sovvenzioni statali, permesso cariche da parte della polizia all'interno di scuole e contro manifestanti pacifici, abbiamo ridotto all'osso le risorse di magistrati e forze dell'ordine, cacciato dalla televisione di stato menti brillanti reprimendo volgarmente il dissenso, derogato a qualsiasi regola democratica con la scusa delle emergenze, violato ripetutamente i diritti umani lasciando morire in mare profughi in cerca di salvezza, permesso la riduzione in schiavitù di migliaia di immigrati non concedendogli il permesso di soggiorno e prestandoli inevitabilmente alle mafie ed al lavoro nero, visto morire sul lavoro quasi due persone (in media in Italia) al giorno (come una guerra), ecc. ecc. ecc. La lista sarebbe interminabile... morale della favola?
Dovremmo essere stanchi di rinunciare gradualmente alla nostra libertà!!!
Marcello Gambardella
Stay tuned !
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Riunione 05 10 10 parte 3 di 3 from movimentocampania on Vimeo.
Solo il mio intervento estrapolato:COSTRINGIAMO IL COMUNE AD AGGIUSTARE LE STRADE! (PRIMA TAPPA)
________________________________________________________________________________
VISTO CHE OGNUNO DI NOI (o quasi) E' DOTATO DI UN CELLULARE IN GRADO DI FARE FOTO, QUEST'EVENTO SI PROPONE DI INDIVIDUARE, PER LE STRADE DELLA ZONA DI NAPOLI, I FOSSI PIU PERICOLOSI E INACCETTABILI.
ABBIAMO UN MESE CIRCA PER FOTOGRAFARE COL CELLULARE OGNI BUCO CHE INCONTRIAMO LUNGO LE STRADE CHE PERCORRIAMO QUOTIDIANAMENTE, NON CI SARA' DIFFICILE!
ALLORA:
1. FOTOGRAFATE IL MALEDETTO FOSSO;
2. PUBBLICATE SUL MURO DI QUESTO EVENTO LA FOTO;
3. SCRIVETE L'INDIRIZZO PRECISO DEL FOSSO.
SUCCESSIVAMENTE A QUESTA "RACCOLTA DI FOTO", LA TAPPA 2 SARA' LA RACCOLTA DI FIRME PER LA DELEGA E CON QUESTA ANDREMO A PRESENTARE UNA FORMALE RICHIESTA DI PROVVEDIMENTI PRESSO L'UFFICIO COMPETENTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE (CON IN MANO: FOTO + INDIRIZZI + CENTINAIA DI FIRME DELEGA). SE FARANNO ORECCHIE DA MERCANTE, DOPO 15 GIORNI PORTEREMO LO STESSO MATERIALE ALL'ASSESSORE DEL COMUNE DI NAPOLI Agostino Nuzzolo
CHE HA I SEGUENTI INCARICHI:
Mobilità - Viabilità - Traffico - Parcheggi - Strade (manutenzione ordinaria e straordinaria) - Suolo e Sottosuolo - Servizio Idrico e Fognature - Protezione Civile - Gestione delle Emergenze - Autoparchi Comunali - Impianti Tecnologici - Periferie e Progetti Speciali
SE DOVESSE FARE ANCHE LUI ORECCHIE DA MERCANTE, ANDREMO CON LO STESSO MATERIALE DAL SINDACO E SE NON DOVESSE BASTARE BLOCCHEREMO LE STRADE CON IN MANO MANIFESTI LA CUI SCRITTA SARA' "LAVORI IN CORSO!" - CI DEVONO ASCOLTARE!
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