sabato 30 marzo 2013

Il M5S propone tagli di 42 milioni l'anno per la Camera



"Il MoVimento 5 Stelle ha approntato una proposta di tagli per 42 milioni di euro l’anno, sugli stipendi e le indennità dei deputati. Martedì prossimo la proporremo all’ufficio di presidenza della Camera attraverso i nostri eletti: il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e i segretari Claudia Mannino e Riccardo Fraccaro. Così sapremo se la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha veramente voglia di intervenire sui costi della politica. Visto che nel corso dell’ultimo ufficio di presidenza la Boldrini aveva detto che si sarebbe decurtata lo stipendio del 30% anche se in realtà il taglio effettivo sarebbe stato solo del 6,9% netto. Nella stessa riunione l’ufficio di presidenza aveva però rifiutato la proposta del Movimento 5 Stelle di eliminare il parco di auto blu della Camera e anzi aveva dato il via libera alla costituzione di un nuovo gruppo parlamentare, senza che però ne ricorressero i requisiti, determinando a carico dei cittadini una nuova e maggiore spesa per circa 400 mila euro l’anno." Gruppo parlamentare M5S alla Camera

Governo, le ragioni del M5S: coraggio, Presidente!

Dal sito de Il Fatto Quotidiano
di PierGiorgio Gawronski | 30 marzo 2013
Commenti (676)

“Come si può immaginare un’alleanza con Grillo e Casaleggio, che teorizzano ‘un Parlamento senza i partiti’ e puntano al ‘100% dei suffragi’ e poi all’auto scioglimento?” (Giannini, Repubblica, 29/3/13). Non so se il virgolettato è vero o spurio. Se è spurio, è un commento fuorviante di un giornale che in ogni occasione si unisce agli appelli alla responsabilità…in due sole direzioni. Se è vero, potrebbe essere interpretato in modo meno allarmista. L’auto scioglimento, perché no? Il 100% ricorda la ‘vocazione maggioritaria’ (51%) del Pd. E forse ci si riferisce a ‘questi partiti’. In ogni caso, i M5S non hanno il monopolio delle sciocchezze.

È fin troppo facile lanciare appelli alla responsabilità quando si traducono con: “date a noi il potere (esecutivo)”. Ma se rovesciassimo l’appello? La realtà delle urne è stata dolorosa per il Pd e i suoi fiancheggiatori: perciò non è stata ancora ben assimilata. Ma il premio di maggioranza, conquistato dal Pd alla Camera, dal punto di vista della nascita di un governo non vale più dei parlamentari M5S o Pdl. Vale per l’elezione del Presidente della Repubblica. E vale, sul versante del governo, come potere di interdizione: è un potere negativo assoluto. Ma il Pd non può dettare condizioni, solo cercare un accordo fra pari.

Messe da parte le soluzioni pasticciate - drappelli di senatori che ‘si staccano’ da questo e da quello o ‘escono dall’aula’ – il Pd ha di fronte due soluzioni ‘pulite’: un governo sostenuto dal Pdl, oppure dal M5S. Deve valutare chi offre condizioni migliori. Secondo Bersani, il Pdl pone “condizioni e preclusioni inaccettabili”. A me sembra che punti a nuove elezioni: perciò se anche le sue ‘preclusioni inaccettabili’ fossero accettate, subito ne sorgerebbero di nuove. Non scommetterei sull’affidabilità del Pdl in questa fase. Anche prescindendo dai problemi di affidabilità costituzionale. O dai diktat sul futuro Presidente della Repubblica. Che dovrà offrire al paese un sicuro ancoraggio democratico nei prossimi sette anni.

Nulla di tutto questo accade con il M5S, la cui disponibilità si è arenata non per distanze programmatiche o questioni di nomine. Ma perché il M5S ha chiesto con sufficiente chiarezza un Premier ‘fuori dai partiti’ e a cascata, se vale ancora l’art. 92 c.2 Cost.

“Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.” un esecutivo ‘fuori dai partiti’. Richiesta assurda? La condizione di ‘sostanziale parità’ fra Pd e M5S ai fini della nascita di un governo ha come corollario che l’indicazione del premier spetta al M5S quanto al Pd. E dunque? Devono valere altre considerazioni.

Sul piano politico, il Pd ha preso più voti, ma la vittoria di una lista è data anche dalla variazione del consenso ottenuto. E sotto questo profilo, Pd e Pdl hanno straperso. Inoltre se all’o.d.g. del prossimo governo c’è la riforma del sistema politico - nel senso di tornare alla Costituzione (M5S, San Giovanni, Roma, 23/2/13), di rientrare dall’abuso sistematico della classe politica sulle istituzioni (la cui punta dell’iceberg sono i privilegi economici) -, non c’è da stupirsi se M5S non voglia affidare la direzione dell’operazione a chi quella condizione di abuso ha tollerato per decenni. Che vale realizzare otto punti, se poi si aprono 10 nuove falle? La riforma o è ‘sistemica’, o non è.

Ma anche sull’economia, le maggiori speranze di ‘voltare pagina’ (Bersani) vengono dal M5S, orientato verso economisti sulla linea dei Nobel Krugman eStiglitz. Al contrario, le indiscrezioni sui possibili Ministri economici di Bersani – Saccomanni, Padoan – confermano che il Pd non riesce ad affrancarsi dall’ortodossia eurocratica, e a pescare nella grande corrente neokeynesiana che è parte della sua Storia. Come chiedere a M5S di sporcarsi le mani con un fallimento di cui non è responsabile, e al tempo stesso per animositatem in errore manere?

Il M5S ha tanti difetti. È un Movimento, non un partito. Perciò: ha un’Agenda limitata. Cede spesso alla supponenza, all’utopia. Non ha un candidato premier, attende che Napolitano faccia un nome fuori dai partiti a metà strada fra Pd e M5S (vicino ai valori ma non alle pratiche del Pd). Non vuole accordarsi con i partiti, semmai direttamente con il premier. Ha difficoltà a entrare in un rapporto stabile di fiducia: ciò limiterà la credibilità del governo e le sue chances di rovesciare le aspettative negative (essenziale per battere la crisi). Ha problemi di affidabilità. Quel che si vuole. Ma niente giustifica la spocchia con cui l’élite del paese tratta M5S e la sua diversità.

Bersani è attaccato alla poltrona, è responsabile dello stallo politico? O è un agnello pasquale che va incontro al sacrificio, dopo aver offerto a M5S l’occasione di chiarirsi le idee, di dire ‘no’ al ‘Governo del Pd’; ed apre la strada a un governo non ‘del cambiamento’ bensì ‘della discontinuità’, pur equilibrato dal Pd? Sia come sia, però ora date a M5S questo benedetto governo. Se faranno bene: meglio; se faranno male, il paese prenderà nota. Rischi non ci sono: il Pd manterrebbe il controllo, attraverso la Camera.

Napolitano, nel momento supremo, non sbagli la sua mossa. L’economia e le istituzioni hanno bisogno di un progetto di rigenerazione immediato, che la classe politica non esprime. L’istinto dell’anziano Presidente è di affidarsi a una figura istituzionale nota. In grado di fare bene. Ma non di dare una svolta al paese. In tempi normali, sarebbe ineccepibile. Oggi, sarebbe l’anticamera di Weimar. La parabola dei talenti ci esorta a vivere con responsabilità, assumendoci i rischi relativi, e condanna chi fa scelte inattaccabili ma inadeguate.

Buona Pasqua a tutti.

Elezioni on line per il Presidente della Repubblica

Dal sito di Beppe Grillo




L'elezione del prossimo presidente della Repubblica è l'atto politico più importante dei prossimi giorni. L'uomo, o la donna, che salirà al Quirinale condizionerà nel bene e nel male la vita del Paese per sette anni. I presidenti delle Camere e il prossimo presidente del Consiglio sono in transito, hanno il fiato corto, potrebbero arrivare, secondo valutazioni ormai unanimi, al massimo alle prossime elezioni europee della primavera del 2014. Le trattative per un nome condiviso per la presidenza della Repubblica tra pdl e pdmenoelle sono in uno stato avanzato. Il pdl vuole un presidente di garanzia, un salvacondotto per i processi dello psiconano. Il pdmenoelle vuole anch'esso un presidente di garanzia, che lo tuteli dalla prossima bomba ternmonucleare del MPS. Entrambi vorrebbero un presidente "Quieta non movere et mota quietare (Non agitare ciò che è calmo, ma calma piuttosto ciò che è agitato)". Non un Pertini, ma neppure più modestamente un Prodi che cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche. E' necessario un nome nobile e alto che stia appollaiato sul suo ramo ad ascoltare le lodi per la sua indiscutibile alterità che gli arriveranno copiose da giornalisti proni e da politici grati. Io ritengo che il prossimo presidente della Repubblica non debba venire dalla politica, né ricoprire, o aver ricoperto, incarichi istituzionali. Se infatti diventi presidente dell'ABI come Mussari o presidente della Finmeccanica come Orsi, sei comunque parte del gioco, promosso dai partiti. Un foglione di fico e nulla più.

Il M5S voterà on line per il presidente della Repubblica nei prossimi giorni. Il suo nome sarà presentato in Parlamento. Di seguito le regole per le votazioni.

"Tempistiche:
- La proposta dei candidati verrà effettuata da tutti coloro abilitati al voto l'11 aprile dalle 10.00 alle 21.00.

- La votazione successiva sui primi 10 candidati selezionati si terrà sul sito beppegrillo.it due giorni prima della votazione in aula sempre dalle 10.00 alle 21.00.

Per votare le persone devono aver inviato il documento digitalizzato alla pubblicazione di questo articolo, 30 marzo 2013, ed essersi iscritte al MoVimento 5 Stelle entro il 31/12/2012

Modalità per proporre il Presidente della Repubblica:
- Per proporre il nome del suo candidato l'iscritto al MoVimento 5 Stelle dovrà accedere alla sua pagina personale. Potrà proporre un solo candidato con nome e cognome e non potrà modificare la scelta.

- Per votare l'iscritto al MoVimento 5 Stelle dovrà accedere alla pagina di votazione indicata con la propria email e password. Il sistema di votazione sarà linkato da un’email inviata a tutti gli aventi diritto di voto e sarà linkata anche all’interno della pagina personale.

- Ogni iscritto potrà votare per un solo candidato.

- Nel caso il servizio di voto non fosse raggiungibile (ad esempio per un attacco hacker) per più di un’ora il tempo di down verrà recuperato, se possibile, il giorno successivo.

- I 10 nomi più proposti verranno resi pubblici e utilizzati come base dei votabili e disposti in ordine alfabetico per la votazione finale. Su questi verrà verificato che abbiano compiuto 50 anni alla data del 15 aprile 2013 (o alla data delle votazioni in aula se già resa pubblica) e che siano italiani. In caso di problemi verrà preso il primo degli esclusi.

- Il nome che avrà ricevuto più voti sarà votato dai Parlamentari del MoVimento 5 Stelle

- Il processo di voto sarà verificato da un ente esterno ."

giovedì 28 marzo 2013

Discussione aperta proposta da Grillo su Twitter riguardo ad un Parlamento Sovrano



mercoledì 27 marzo 2013

Fiducia si, fiducia no... (Seconda Edizione)

Una risposta che ho dato su Facebook e volevo condividere con voi:

Un sostenitore del PD-L mi scrive:

"Date la fiducia ad un governo Bersani, se il PD propone una legge di merda? Il 5 Stelle vota contro e la legge non passa... semplice no?"

Io gli rispondo:

e poi di chi sarebbe la responsabilità di un governo immobile per colpa del PD? Del m5s! E di chi sarebbe la responsabilità di aver dato la fiducia ad un ennesimo governo incapace di fare riforme a causa del proverbiale ostruzionismo parlamentare del PD? sempre del m5s!Il m5s perderebbe il sostegno di coloro che non volevano dare la fiducia e anche di coloro che volevano dare la fiducia al PD che sarebbero delusi dall'immobilità parlamentare che addebiterebbero erroneamente al m5sE se poi a governo fatto volessimo sfiduciarlo... niente di più facile per il PD: troverebbero subito i parlamentari necessari tra le fila del PDL per riottenere la fiducia senza lo scandalo iniziale dell'alleanza col PDL alla luce del sole.Il risultato sarebbe borsa a picco... m5s bastonato da destra e sinistra e zero riforme (nemmeno sulla legge elettorale) ...gli unici sconfitti politicamente sarebbero gli italiani che volevano le riforme ed il m5s
DITEMI SE IL MIO RAGIONAMENTO E' SBAGLIATO

giovedì 14 marzo 2013

Il lato oscuro del cardinal Bergoglio (Articolo del 23/05/2006)

Tratto da www.donvitaliano.it/?p=145
23 Maggio 2006



Questo cardinale poteva essere papa!


Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, presidente dei vescovi argentini, nonché tra i più votati, un anno fa, nel conclave Vaticano che ha scelto il successore di Giovanni Paolo II, è accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò novemila persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo 1976, sono racchiuse nel libro L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, del giornalista argentino Horacio Verbitsky, che da anni studia e indaga sul periodo più tragico del Paese sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi attraverso ricerche serie e attente.

I fatti riferiti da Verbitsky. Nei primi anni Settanta Bergoglio, 36 anni, gesuita, divenne il più giovane Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Entrando a capo della congregazione, ereditò molta influenza e molto potere, dato che in quel periodo l’istituzione religiosa ricopriva un ruolo determinante in tutte le comunità ecclesiastiche di base, attive nelle baraccopoli di Buenos Aires. Tutti i sacerdoti gesuiti che operavano nell’area erano sotto le sue dipendenze. Fu così che nel febbraio del ’76, un mese prima del colpo di stato, Bergoglio chiese a due dei gesuiti impegnati nelle comunità di abbandonare il loro lavoro nelle baraccopoli e di andarsene. Erano Orlando Yorio e Francisco Jalics, che si rifiutarono di andarsene. Non se la sentirono di abbandonare tutta quella gente povera che faceva affidamento su di loro.

La svolta. Verbitsky racconta come Bergoglio reagì con due provvedimenti immediati. Innanzitutto li escluse dalla Compagnia di Gesù senza nemmeno informarli, poi fece pressioni all’allora arcivescovo di Buenos Aires per toglier loro l’autorizzazione a dir messa. Pochi giorni dopo il golpe, furono rapiti. Secondo quanto sostenuto dai due sacerdoti, quella revoca fu il segnale per i militari, il via libera ad agire: la protezione della Chiesa era ormai venuta meno. E la colpa fu proprio di Bergoglio, accusato di aver segnalato i due padri alla dittatura come sovversivi. Con l’accezione “sovversivo”, nell’Argentina di quegli anni, venivano qualificate persone di ogni ordine e grado: dai professori universitari simpatizzanti del peronismo a chi cantava canzoni di protesta, dalle donne che osavano indossare le minigonne a chi viaggiava armato fino ai denti, fino ad arrivare a chi era impegnato nel sociale ed educava la gente umile a prendere coscienza di diritti e libertà. Dopo sei mesi di sevizie nella famigerata Scuola di meccanica della marina (Esma), i due religiosi furono rilasciati, grazie alle pressioni del Vaticano.

Botta e risposta. Alle accuse dei padri gesuiti di averli traditi e denunciati, il cardinal Bergoglio si difende spiegando che la richiesta di lasciare la baraccopoli era un modo per metterli in guardia di fronte a un imminente pericolo. Un botta e risposta che è andato avanti per anni e che Verbitsky ha sempre riportato fedelmente, fiutando che la verità fosse nel mezzo. Poi la luce: dagli archivi del ministero degli Esteri sono emersi documenti che confermano la versione dei due sacerdoti, mettendo fine a ogni diatriba. In particolare Verbitsky fa riferimento a un episodio specifico: nel 1979 padre Francisco Jalics si era rifugiato in Germania, da dove chiese il rinnovo del passaporto per evitare di rimetter piede nell’Argentina delle torture. Bergoglio si offrì di fare da intermediario, fingendo di perorare la causa del padre: invece l’istanza fu respinta. Nella nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, c’è scritto: “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è stato detenuto nell’Esma”. Poi termina dicendo che la fonte di queste informazioni su Jalics è proprio il Superiore provinciale dei gesuiti padre Bergoglio, che raccomanda che non si dia corso all’istanza. E non finisce qui. Un altro documento evidenzia ancora più chiaramente il ruolo di Bergoglio: “Nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la Compagnia Argentina non ha fatto pulizia al suo interno. I gesuiti furbi per qualche tempo sono rimasti in disparte, ma adesso con gran sostegno dall’esterno di certi vescovi terzomondisti hanno cominciato una nuova fase”. È il documento classificato Direzione del culto, raccoglitore 9, schedario B2B, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9. Nel libro di Verbitsky sono pubblicati anche i resoconti dell’incontro fra il giornalista argentino e il cardinale, durante i quali quest’ultimo ha cercato di presentare le prove che ridimensionassero il suo ruolo. “Non ebbi mai modo di etichettarli come guerriglieri o comunisti – affermò l’arcivescovo – tra l’altro perché non ho mai creduto che lo fossero”.

Ma… Ad inchiodarlo c’è anche la testimonianza di padre Orlando Yorio, morto nel 2000 in Uruguay e mai ripresosi pienamente dalle torture, dalla terribile esperienza vissuta chiuso nell’Esma. In un’intervista rilasciata a Verbistky nel 1999 racconta il suo arrivo a Roma dopo la partenza dall’Argentina: “Padre Gavigna, segretario generale dei gesuiti, mi aprì gli occhi – raccontò in quell’occasione – Era un colombiano che aveva vissuto in Argentina e mi conosceva bene. Mi riferì che l’ambasciatore argentino presso la Santa Sede lo aveva informato che secondo il governo eravamo stati catturati dalle Forze armate perché i nostri superiori ecclesiastici lo avevano informato che almeno uno di noi era un guerrigliero. Chiesi a Gavigna di mettermelo per iscritto e lo fece”. Nel libro, inoltre, Verbistky spiega come Bergoglio, durante la dittatura militare, abbia svolto attività politica nella Guardia di ferro, un’organizzazione della destra peronista, che ha lo stesso nome di una formazione rumena sviluppatasi fra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, legata al nazionalsocialismo. Secondo il giornalista, l’attuale arcivescovo di Buenos Aires, quando ricoprì il ruolo di Provinciale della Compagnia di Gesù, decise che l’Università gestita dai gesuiti fosse collegata a un’associazione privata controllata dalla Guardia di ferro. Controllo che terminò proprio quando Bergoglio fu trasferito di ruolo. “Io non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”, incalza Verbitsky. “Lui agisce con il tipico stile di un politico. È in relazione costante con il mondo politico, ha persino incontri costanti con ministri del governo”.

Oggi. Nonostante non abbia mai ammesso le sue colpe, il presidente dei vescovi argentini ha spinto la Chiesa del paese latinoamericano a pubblicare una sorta di mea culpa in occasione del 30esimo anniversario del colpo di Stato, celebratosi lo scorso marzo. “Ricordare il passato per costruire saggiamente il presente” è il titolo della missiva apostolica, dove viene chiesto agli argentini di volgere lo sguardo al passato per ricordare la rottura della vita democratica, la violazione della dignità umana e il disprezzo per la legge e le istituzioni. “Questo, avvenuto in un contesto di grande fragilità istituzionale – hanno scritto i vescovi argentini – e reso possibile dai dirigenti di quel periodo storico, ebbe gravi conseguenze che segnarono negativamente la vita e la convivenza del nostro popolo. Questi fatti del passato che ci parlano di enormi errori contro la vita e del disprezzo per la legge e le istituzioni sono un’occasione propizia affinché come argentini ci pentiamo una volta di più dai nostri errori per assimilare l’insegnamento della nostra storia nella costruzione del presente”.

Tanti tasselli, quelli raccolti dal giornalista argentino nel suo libro che ci aiutano a vedere un po’ meglio in un mosaico tanto complesso quanto doloroso della storia recente di Santa Romana Chiesa.

Stella Spinelli

Perché il Movimento Cinque Stelle non può dare la fiducia


Tratto da www.byoblu.com



Il Movimento Cinque Stelle ha detto fin da subito che non avrebbe votato la fiducia a un Governo Pd. Questa posizione è stata ovviamente criticata dall'esterno, e forse anche da qualcuno all'interno. Per comprenderne le ragioni, bisogna capire bene cosa significa, questa benedetta "fiducia". Non a tutti è chiaro. Oggi lo spieghiamo anche alla proverbiale casalinga di Voghera.

La nostra forma di Governo prevede, tra le altre cose, un bicameralismo perfetto (unico caso nel mondo. Ovvero - in soldoni - tutte le leggi devono essere approvate e possono essere modificate da entrambe le Camere) e il meccanismo della fiducia. La "fiducia" è introdotta dall'art.94 della Costituzione italiana (e no, non bisogna essere fini costituzionalisti per leggerla e capirne il senso: la Costituzione è stata scritta perché la comprendessero tutti).
Art. 94

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.

La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.
L'Italia è una Repubblica Parlamentare (e questo va ricordato, ogni volta che si fa una critica sulla proposta di prorogatio all'attuale Governo). Questo significa chel'organo titolato ad esercitare la potestà legislativa (fare le leggi) è principalmente il Parlamento. Il Governo ha semmai il ruolo di indirizzo politico: la sua iniziativa legislativa è sempre e comunque subordinata. Può cioè dare esecuzione a strategie politiche, che poi trasforma per esempio in decreti legge, i quali però devono sempre e comunque essere convertiti in legge dal Parlamento (entro 60 giorni), altrimenti decadono. 

Per entrare in carica, il Governo deve farsi dare la fiducia, e siccome operiamo in regime di bicameralismo perfetto, la fiducia deve essere data sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica. Perché si fa questo passaggio? Senza bisogno di aprire un manuale di Scienza Politica (ce l'ho, se volete lo tiro fuori), diamo un'occhiata a Wikipedia che lo spiega bene. In relazione alla votazione della fiducia con "mozione motivata" e per "appello nominale", si legge: 

« Queste ultime due disposizioni hanno un preciso scopo: quello di creare una stabile maggioranza politica. L'obbligo di motivare la mozione fa sì che i vari gruppi si impegnino, se favorevoli, a sostenere il Governo in modo stabile. La votazione a scrutinio palese serve a far sì che i vari parlamentari si assumano la responsabilità politica personale di sostenere il Governo. » Tutto chiaro? La fiducia non è un atto formale che permette ad un Governo di entrare in carica, come qualche commentatore interessato cerca di far credere per semplificare a proprio vantaggio il casus belli, ma un vero e proprio atto dicorresponsabilità politica di fronte al Paese e agli elettori, che per di più deve essere stabile. La fiducia non si dà e non si toglie come si sale e si scende dal tram: questo sì, sarebbe da irresponsabili.

Tant'è vero che per togliere la fiducia a un Governo in carica la procedura si complica. Il primo voto di fiducia, quello che permette a un nuovo Governo di entrare in carica, è infatti un atto propositivo sul quale tutte le forze politiche sono chiamate immancabilmente ad esprimersi. La revoca della fiducia, invece, si può avere solo se qualcuno ne fa proposta (mozione di sfiducia) e se questa proposta viene sottoscritta da un numero sufficiente di parlamentari (un decimo per Camera, dunque nel caso di Montecitorio almeno 63 deputati). Inoltre, qualora la mozione avesse i requisiti per essere inserita all'ordine del giorno, non potrebbe essere discussa prima di tre giorni, perché (come nei casi di divorzio matrimoniale), si deve dare l'opportunità a chi l'ha presentata di ripensarci, magari sfiancandolo con estenuanti pressioni. E infine, ovviamente, bisognerebbe avere una maggioranza che la vota.

Supponiamo ora che il Pd presentasse un programma di Governo in cui, per assurdo, ricalca tutto quello che vuole fare Grillo. Dico "per assurdo" perchè, a quel punto, tanto varrebbe avere direttamente un Governo a Cinque Stelle. Supponiamo anche che i 162 parlamentari pentastellati, colti da raptus o irretiti dalle reiterate richieste di "responsabilità", dopo il discorso parlamentare di Bersani (senza conoscere i contenuti del quale non ha senso neppure interrogarsi sulle intenzioni dei cinque stelle, visto che prima si ufficializza una proposta e solo dopo la si può votare), votassero per questa benedetta fiducia. Dal giorno dopo, il Partito Democratico avrebbe il viatico per iniziare la sua azione di Governo. Rispetterebbe l'indirizzo politico dichiarato per ottenere la fiducia? Questo è il problema.

Parliamo dello stesso partito che fa "parlamentarie" per definire liste di candidaturein cui antidemocraticamente impone veterani vietati dallo statuto, come la Bindi. Parliamo dello stesso partito le cui ingerenze nelle fondazioni bancarie hanno portato alla situazione che sappiamo di Monte Dei Paschi, e che non ha mai pubblicato l'elenco dei mutui ottenuti dai suoi dirigenti/funzionari/parlamentari. Lo stesso partito del fiscal compact, del più Europa a tutti i costi, del conflitto di interessi che secondo Fassino non era una priorità degli italiani, e così via. Un partito che accusa gli altri di non essere democratici, ma che di democratico - visto l'establishment che non molla le redini - non ha poi molto. Un partito che insiste per governare perché sa benissimo che, se si tornasse alle urne, tutta la sua dirigenza verrebbe rasa al suolo e si farebbero avanti nuove leve, con tutto il loro entourage, come Matteo Renzi. E che per questo fa lanciare appelli su appelli a una presunta responsabilità, sia manipolando petizioni altrui e presentandole come se fossero della base del Movimento Cinque Stelle (Viola Tesi, esponente del Partito Pirata), sialanciando i suoi intellettuali su Repubblica.

La verità è che, con tutta probabilità, il Partito Democratico continuerebbe a fare quello che ha sempre fatto, ovvero i suoi interessi speculari e complementari a quelli del centrodestra, con la sola differenza che a permettergli di farlo, questa volta, sarebbe stato il Movimento Cinque Stelle, con il viatico del suo voto di fiducia. Cosa accadrebbe infatti dei punti condivisi con i parlamentari del Movimento? Si arenerebbero nelle sabbie mobili dei ministeri, dove Berlusconi stesso sosteneva che non si può spostare neanche una pianta. Basta vedere come sono riusciti a prendere in giro gli italiani con la legge per la riduzione degli stipendi dei parlamentari: fecero una commissione per valutare la media ponderata degli stipendi dei loro colleghi negli altri paesi d'Europa, parametrata al costo della vita e, poiché era troppo complicato derivarla, il presidente dell'Istat Enrico Giovannini, posto a capo della commissione, dopo mesi e mesi dovette dimettersi e dichiarare un nulla di fatto. Ragion per cui gli stipendi rimasero quelli che sono. Sarebbe bastato restituire al Tesoro la parte eccedente a una quota prefissata, per esempo i 5 mila lordi dei "grillini", o in alternativa fare una legge di un articolo solo, e avrebbero evitato di prendere in giro tutto il Paese. Ecco, quella è la stessa gente che oggi vorrebbe la fiducia su quegli stessi punti. 

Di contro, potrebbero fare decreti legge sulle materie che più a loro interessano, sicuri di una conversione parlamentare che otterrebbero con una maggioranza questa volta estranea al Movimento Cinque Stelle, da realizzarsi sui singoli punti di interesse comune tirando dentro di volta in volta i montiani e il pdl. E cosa potrebbe fare, il Movimento Cinque Stelle, per opporsi? Nulla, perché anche qualora proponesse una mozione di sfiducia, non avrebbe la maggioranza per approvarla. Il Paese continuerebbe esattamente come prima, solo che, per la definizione di fiducia data sopra, ad assumersi la responsabilità politica personale di avere sostenuto il Governo questa volta sarebbe stato il Movimento Cinque Stelle. Questo sì, sarebbe un tradimento dell'elettorato. Non è evidente?

Obiezione: ma allora perché, se gli scenari per le due coalizioni più votate sono quelli, non partono direttamente con una fiducia Pd-Pdl su un Governo di larghe intese? La risposta è semplice ed è ancora una volta implicita nella definizione di fiducia. La fiducia è una dichiarazione di intenti. Sarebbero costretti a dichiarare un programma ed un'alleanza preventiva che li inchioderebbe di fronte al Paese e all'elettorato, mentre i singoli voti sulle singole leggi successive non avrebbero tale valenza incontestabile e potrebbero essere giustificati di fronte all'opinione pubblica dalle circostanze e dalle opportunità politiche (la grave situazione del Paese e così via...).

Qual è, dunque la soluzione al rebus? Bisogna partire da un assunto chiave:qualsiasi governo si formi, non sarà stabile. Al Senato della Repubblica non c'è una maggioranza dello stesso colore politico di quella che, grazie al Porcellum, domina la Camera. Questo è fuor di discussione. Per questo si naviga a vista e si circoscrive il programma di indirizzo politico a un piccolo numero di leggi o riforme necessarie e facili: la legge elettorale, gli sprechi e i costi della politica, la legge sui rimborsi elettorali e poco altro. Addirittura - sospetto per non consegnare il Paese a Grillo - il Pd vorrebbe anche solo la legge elettorale e poi al voto.

Domanda: visto che l'orizzonte politico è questo, è proprio necessario un Governo per realizzarlo? Ovviamente la risposta è no. Sono cose che (lo dissi, e Tremonti era più d'accordo di me, due settimane fa a L'Ultima Parola) potremmo fare anche io e voi. Un'esempio? Ecco la nuova legge elettorale: "Art.1. Il Porcellum è abrogato. Art.2. La presente legge entra in vigore il giorno dopo della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale". Basta così poco? Certo: per il principio che l'Italia non può stare senza legge elettorale, perché risulterebbe impossibile formare parlamenti successivi (perlomeno senza una nuova costituente), automaticamente tornerebbe in vigore il Mattarellum. Si può discutere se fosse buono o cattivo, ma forse era un po' meglio del Porcellum. Senza arrivare a tanto, in ogni caso, è il Parlamento (ricordate che siamo una Repubblica parlamentare?) che ha l'iniziativa legislativa: potrebbe semplicemente e in pochissimo tempo dividersi in commissioni, fare le sue proposte di legge e votarsele. E, visto che sarebbero state ampiamente discusse nelle varie assemblee, avrebbero un'altissima probabilità di recuperare maggioranze, anche di volta in volta diverse, per la loro approvazione.

O, se proprio non si riesce a fare pace con l'idea che le leggi, in una Repubblica parlamentare, le fa il Parlamento senza problemi (e ci mancherebbe altro!), visto che i punti essenziali sono punti condivisi dai Cinque Stelle, si potrebbe affidare il Governo a loro. Non hanno esperienza? Non è rilevante: si tratterebbe solo di un atto formale per realizzare, con il contributo di tutti, poche cose. In primis, appunto, la legge elettorale. Tutti ci fanno un figurone e possono tornare al voto sereni.

Tutto il resto si spiega solo alla luce della perniciosa e disperata volontà di restare aggrappati alle leve del potere, trascinando con sé anche l'unica forza di reale cambiamenteo del Paese.

lunedì 11 marzo 2013

Gli slogan ed il linguaggio imposto dalla TV la fanno da padroni... e la disinformazione... pure!

Riportando questa discussione di Facebook cerco solo di mostrare quanto la televisione influenzi drasticamente il modo di pensare di chi attinge le proprie informazioni quasi esclusivamente da questo mezzo d'interazione mono-direzionale e controllato.



IL POST DELLA DISCORDIA:
Grazie al M5S e a quello Stupido di Grillo l'Italia è stata declassata a BBB+ Questo significa milioni di euro persi e danni alle aziende durissimi. Sapete perché? Perché l'Italia non avrà un Governo pet colpa di Grillo.
(...precedono un po' di commenti di plauso e generalmente accondiscendenti...)

UtenteX:
Vediamo quanto vale M5S. Berlusconi è inelegibile, fino ad ora solo un inciucio tra destra e sinistra ha consentito alla Giunta per le Elezioni di non farlo decadere dal Mandato Parlamentare. Ora della Giunta per le Elezioni fa parte pure M5S vediamo quanto vale Grillo o se cede anche lui al fascino di Silvio Berlusconi.
IO (siccome ero stato taggato):
Quando la politica polarizza e divide, io spesso mi tiro fuori dal dibattito perchè significa che è tardi per costruire un dialogo costruttivo.
Ma in questo caso faccio un'eccezione per difendere 2 concetti:
1) la scelta di non dare la fiducia resta una scelta democratica di un Movimento Cinque Stelle che ha ottenuto più voti rispetto agli altri simboli. Tale scelta è condivisa dalla maggioranza dei suoi sostenitori e la ragione è chiara: L'Italia non si può salvare se i partiti come li conosciamo (indubbiamente responsabili della situazione attuale e protagonisti di una corruzione raccapricciante) non scompaiono. L'Italia si salva solo se questa gente zozza e corrotta va a casa. Questa è la nostra posizione... Rispetto please.
2) nelle proposte del Pd trovi solo una pallida imitazione che ha solo la forma delle proposte del Movimento Cinque Stelle, ma nella sostanza non cambierebbe, in molti casi, praticamente nulla.
UtenteX:
Marcello Gambardella condivido le tue posizioni e le rispetto Bisogna prendere cognizione della situazione istituzionale. L'alternativa è fare un governo col Pdl ( ma io non ci sto preferiscono Grillo). Ora se non accettate di ammettere che la situazione richiede un intervento che definire responsabile è onesto, dovete accettare che noi la proposta ( anche per sei mesi) per cambiare le regole l'abbiamo fatta e M5S non accettando la ns proposta accetta di andare subito al voto con questa legge elettorale. Se volete questo ditelo chiaramente.

IO:
La questione per me è la seguente: come si può pensare che il lupo diventi vegetariano? Morirebbe! Come si può pensare che la Bindi, Bersani, Renzi e tutti gli altri che sono professionisti della politica che vivono di questo votino una legge elettorale che non consentirebbe loro di essere rieletti? Basti pensare alla proposta del M5S sul massimo dei 2 mandati retroattivi. Io credo che sia quantomeno ingenuo pensarlo. Se qualcuno ha una risposta pratica sono tutto orecchi.

UtenteY:
Secondo me grazie a M5S, questo è possibile ora, se il governo si forma. Perché dovrebbero votare questa legge? Perché sennò scompaiono, alle prossime elezioni.
Però di una cosa puoi star certo: questa è la vostra (e la nostra) occasione per cambiare le cose. Non è detto che se si rivota il movimento aumenti i suoi suffragi, può essere, ma non è detto. E d'altronde anche se prendesse la maggioranza alla camera dubito possa prenderla al senato, data questa legge elettorale. ERGO: o vi fidate, andate al governo e provate a cambiare nel giusto senso che proponete le cose da dentro, oppure state fuori e continuate a urlare che gli altri sono cattivi e brutti e voi con loro non vii ci mischiate.Ok, mantenete la vostra purezza, che però resta teorica... come gli estremisti, che siano di destra o di sinistra, che urlano, urlano, ma poi al dunque, si sfilano.

UtenteX:
I Grillini hanno la testa dura, capisco che sono sfiduciati da anni di cattiva politica, oggi però avete, voi Grillini il coltello dalla parte del manico. Oggi m5s può costringere il PD a fare le riforme che lo stesso Grillo chiede. Se non si fanno oggi queste riforme si andrà ad elezione con questa legge elettorale (porcellum) Alle prossime elezioni Grillo dovrebbe avere la maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera. Questa legge, non consente ad un solo partito di vincere in entrambe le camere, ovvero è altamente improbabile che senza una coalizione prima del voto un solo partito abbia entrambe le maggioranze. Scrivo ciò perché mi son reso conto che molti Grillini non conoscono le regole. In definitiva se la lrossima volta toccherà a Grillo formare un governo questo avrà lo stesso problema che ora ha il PD al senato. Ed allora con chi si alleerá per governare visto che vuole governare da solo. Ora a voi la sceta io mi son rotto i bip di spiegarvelo. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

IO:
@UtenteX ma è vero anche il contrario: potrebbero non volere questa nuova legge elettorale perchè se lo facessero scomparirebbero SICURAMENTE dalla scena politica. La differenza per loro sarebbe scegliere tra non volere questa legge e scomparire FORSE dalla scena politica e votare questa legge e scomparire CERTAMENTE. Tu al posto loro che faresti una volta ottenuta la fiducia? Io dico che si concentrerebbero in solito sterile ostruzionismo parlamentare...

@UtenteY ma di chi ci "dovremmo fidare"? Del lupo? Il tuo ragionamento non fa una piega.

UtenteX:
Marcello Gambardella appoggiate un governo appena vedete che non si fa la legge elettorale come volete voi togliete la fiducia e il governo cade. Marcello ma non avevi una laurea in legge o scienze politiche? Ricordo male?

UtenteY:
Vabbé Marcello, hai ragione tu.

IO:
Vabbè anch'io mi so' rotto. Si vede che le nostre posizioni sono agli antipodi perchè chi crede nel pd non vuol guardare realmente il pd negli occhi. Ci rinuncio.
PS: I "Grillini" non esistono! È un'invenzione propagandistica dei media per sminuire e screditare i sostenitori di un movimento scomodo al potere che li controlla. Ciao
UtenteY:
Tanto, dimmi la verità, ma che possibilità ho di convincerti? NESSUNA. VEDO CHE ANCHE A TE PIACE TANTO USARE IL MAIUSCOLO, CHE SUL WEB EQUIVALE A URLARE. Marcello, ma che te credi che io non guardo il pd negli occhi. Ma te guarda. Io non mi sono mai iscritto al pd proprio perché lo critico. Però porca paletta sono pragmatico. Vuoi andare a elezioni? Sai quando sono possibili le prossime elezioni? Hai una idea o parli solo per sentito dire?
 UtenteX:
Marcello Gambardella sei esattamente il prodotto di grillo. Mi dispiace ma sembra che non vuoi ragionare . Ma cavolo vi hanno fatto il lavaggio del cervello. Lo avete ancora un cervello. Anche io ho poca fiduvia nel PD ma qui ora si tratta di governare. Se non lo capisci mi arrendono. Mai vista tanta stupidità in un solo movimento partito gruppo tifosi fan o vome cazzo volete farvi chiamare

IO:
Madonna mo si passa alle invettive? Sono finiti gli argomenti?
1) dono laureato in scienze politiche e conosco le norme che disciplinano la fiducia ma conosco anche la storia della repubblica italiana: adesso diamo la fiducia e perdiamo in coerenza, poi quando il pd non mantiene le promesse togliamo la fiducia e siamo irresponsabili e la causa della caduta del governo. Ca nisciun'è fess'!
2) Nel web le frasi in maiuscolo equivalgono ad urlare non le singole parole in maiuscolo che invece sottintendono una maggiore enfasi. Da ora però non ho intenzione di cadere in ulteriori provocazioni

UtenteX:
In bocca al lupo spero tu Marcello Gambardella abbia davvero ragione perché sennò saremo rovinati






RIFLETTETE GENTE... RIFLETTETE! 

sabato 2 marzo 2013

Fiducia si, fiducia no... la terra dei cachi!!



Questa è la petizione proposta da una ragazza di nome Viola sul famoso sito di petizione di nome "Change".
(Clicca qui per vederlo)
"Caro @beppe_grillo dai la fiducia al Governo per cambiare l’Italia"

Caro Beppe,
scrivo a te e intendo parlare a tutti i nuovi parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Mi chiamo Viola, ho 24 anni. Ho votato, e l’ho fatto con molta speranza, il M5S. Sono tra quei milioni di giovani che credono in una rivoluzione gentile: in un Paese solidale, più pulito e giusto, capace di tutelare i cittadini, il loro lavoro, l’ambiente in cui vivono. Io vorrei un’Italia in cui le persone tornino a essere cittadini e smettano di essere sudditi, un’Italia che rispetti i nostri sogni e li sostenga. Vi ho votati con queste speranze nel cuore.
Il M5S ha ottenuto una vittoria alla quale in pochi credevano. Ma un sistema elettorale malato ha prodotto un risultato che non garantisce governabilità. Il mandato del Presidente della Repubblica Napolitano è in scadenza, le Camere non possono essere sciolte, non da lui: non si può tornare subito alle urne. Questo Parlamento avrà forse vita breve, ma non brevissima.
Ti scrivo, e spero saranno in tanti a sottoscrivere questo mio appello, perché gli eletti del M5S hanno un’occasione storica. Da ciò che decideranno dipenderà un pezzetto di storia della Repubblica che può aprirci al futuro o consegnarci per sempre al passato. Dobbiamoscongiurare qualsiasi ipotesi di alleanza PD-PdL, e non permettere alla minoranza di Monti di condizionare gli equilibri parlamentari. Possiamo respingere il ritorno di Berlusconi ecostringere Bersani ad accettare le sfide che i suoi stessi elettori vorrebbero raccogliesse.

Si possono fare poche cose, prima di tornare alle urne, in poco tempo:
1. Una nuova legge elettorale;
2. Una legge contro la precarietà e l’istituzione del reddito di cittadinanza;
3. La riforma del Parlamento, l’eliminazione dei loro privilegi, l’ineleggibilità dei condannati;
4. La cancellazione dei rimborsi elettorali;
5. L’abolizione della legge Gasparri e una norma sul conflitto d’interessi;
6. Una legge anticorruzione che colpisca anche il voto di scambio; e l’istituzione di uno strumento di controllo sulla ricchezza dei rappresentanti del popolo (il “politometro”);
7. Il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola;
8. L’istituzione del referendum propositivo senza quorum;
9. L’accesso gratuito alla Rete;
10. La non pignorabilità della prima casa.
Lo so, non sono tutte le cose che il M5S vorrebbe realizzare. Sono alcune, quelle che mi sembrano più urgenti e realizzabili in tempi brevi.

Trasformatele in realtà e tra pochi mesi l’Italia sarà già un Paese pronto per ripartire. Sono impegni, caro Beppe, che possono raccogliere il consenso di molte persone che come me hanno a cuore il futuro, i più deboli, il Paese. E non tutte hanno votato M5S.
Al PD sarà quasi certamente dato mandato di provare a formare un nuovo Governo. Non ci sono molte possibilità: se i senatori del M5S si astengono o votano contro, sarà paralisi, o peggio, vedremo un qualche Monti bis. I senatori del Movimento potrebbero anche uscire dall’aula, al momento delle votazioni, e così consentire forse la nascita di un Governo di minoranza: ma questa sarebbe vecchia politica, un patto di governo silenzioso che non renderebbe giustizia alla trasparenza che vogliamo portare nelle Istituzioni.
Allora poniamo noi le giuste condizioni al partito di Bersani: in cambio dovranno presentare in Parlamento quelle riforme che ci stanno a cuore e che possono far diventare l'Italia migliore.
Queste elezioni sono costate quasi 400 milioni di euro. Non è difficile capire ciò che gli elettori chiedono.A voi, che siete i nostri dipendenti, è stato dato un mandato. Raccogliete questa sfida e cominciamo subito a cambiare l’Italia, per il bene di tutti.
Caro Beppe, non sprecare il mio voto. L’ho dato con la testa e con il cuore.
Ti saluto con amicizia,
Viola

La mia risposta a Viola è abbastanza categorica:

"Cara Viola,
non credi che Bersani e company abbiano avuto già abbastanza fiducia??
Saluti"

In effetti io preferisco la coerenza e per un metupparo che, come me, sostiene il M5S dal 2005 (da prima che nascesse), coerenza significa che non esiste nessuna possibile "alleanza" con gente come Bersani, Vendola, Tabacci e company!

L'unica cosa che può accadere è votare leggi che riteniamo giuste e che condividiamo... 
Ma il fatto è che la vedo dura! 
Ci sono ben poche cose che condividiamo e anche nei modi di affrontare quelle poche cose, non riscontro molte affinità. 

Oltretutto riesce difficile immaginare qualche possibile affinità tra un'eventuale proposta di legge elettorale (per non parlare di quella finanziaria) emanata da PD, SEL ecc. con quella del Movimento.

Io ho i miei forti dubbi che il movimento possa convergere dal punto di vista politico su qualcosa con la coalizione che fa capo a Bersani... o meglio sono certo di no! Basti vedere ciò che il PD ha fatto... ehm anzi non ha fatto, nel passato prossimo, e ancora peggio in quello remoto.

Non so come facciano gli italiani a non capire che la c.d. "sinistra" e Berlusconi hanno (non)governato questi ultimi 20 anni accordandosi su ogni cosa e alternandosi in maniera consenziente, facendo finta di sbranarsi e senza MAI calpestarsi i piedi (eccone una dimostrazione:http://www.youtube.com/watch?v=_stxOSyxE7k).
E non capisco neppure come si possa aver ancora fiducia nella buona volontà di queste stesse persone che ancora una volta si ergono ad apostoli del "cambiamento".

Per me i fatti contano più delle belle parole e delle belle intenzioni... specialmente quando le due cose sono tra loro antitetiche!


Zeitgeist - Documentario censurato da tutte le TV

Vajont di Paolini

Eduardo De Filippo: " 'O PPARLA' NFACCIA "

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Gli articoli di Cadoinpiedi.it

Blog di Beppe Grillo

Il Video Podcast di beppegrillo.it

Nucleare: Il problema senza la soluzione

Questo Blog è amico del blog di Gabriele Saluci:

L'intervista a Jeremy Rifkin sull'energia

...questa è la strada!

MOVIMENTO 5 STELLE CAMPANIA - Riunione 05 10 10

COSTRINGIAMO IL COMUNE AD AGGIUSTARE LE STRADE! (PRIMA TAPPA)

________________________________________________________________________________ VISTO CHE OGNUNO DI NOI (o quasi) E' DOTATO DI UN CELLULARE IN GRADO DI FARE FOTO, QUEST'EVENTO SI PROPONE DI INDIVIDUARE, PER LE STRADE DELLA ZONA DI NAPOLI, I FOSSI PIU PERICOLOSI E INACCETTABILI. ABBIAMO UN MESE CIRCA PER FOTOGRAFARE COL CELLULARE OGNI BUCO CHE INCONTRIAMO LUNGO LE STRADE CHE PERCORRIAMO QUOTIDIANAMENTE, NON CI SARA' DIFFICILE! ALLORA: 1. FOTOGRAFATE IL MALEDETTO FOSSO; 2. PUBBLICATE SUL MURO DI QUESTO EVENTO LA FOTO; 3. SCRIVETE L'INDIRIZZO PRECISO DEL FOSSO. SUCCESSIVAMENTE A QUESTA "RACCOLTA DI FOTO", LA TAPPA 2 SARA' LA RACCOLTA DI FIRME PER LA DELEGA E CON QUESTA ANDREMO A PRESENTARE UNA FORMALE RICHIESTA DI PROVVEDIMENTI PRESSO L'UFFICIO COMPETENTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE (CON IN MANO: FOTO + INDIRIZZI + CENTINAIA DI FIRME DELEGA). SE FARANNO ORECCHIE DA MERCANTE, DOPO 15 GIORNI PORTEREMO LO STESSO MATERIALE ALL'ASSESSORE DEL COMUNE DI NAPOLI Agostino Nuzzolo CHE HA I SEGUENTI INCARICHI: Mobilità - Viabilità - Traffico - Parcheggi - Strade (manutenzione ordinaria e straordinaria) - Suolo e Sottosuolo - Servizio Idrico e Fognature - Protezione Civile - Gestione delle Emergenze - Autoparchi Comunali - Impianti Tecnologici - Periferie e Progetti Speciali SE DOVESSE FARE ANCHE LUI ORECCHIE DA MERCANTE, ANDREMO CON LO STESSO MATERIALE DAL SINDACO E SE NON DOVESSE BASTARE BLOCCHEREMO LE STRADE CON IN MANO MANIFESTI LA CUI SCRITTA SARA' "LAVORI IN CORSO!" - CI DEVONO ASCOLTARE! ________________________________________________________________________________ DOBBIAMO ESSERE IN TANTI!!!!!! Per aderire e contribuire qui sotto trovate la pagina di facebook alla quale vi potete liberamente iscrivere http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=117095578314877&ref=mf ________________________________________________________________________________ Clicca qui per aderire all'iniziativa Costringiamo il comune di Napoli ad aggiustare le strade

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Vignetta di Staino

Vignetta di Staino

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La gravissima denuncia di Beppe Grillo al parlamento su invito degli affari istituzionali

Grillo che denuncia fatti gravissimi e Mavalà Gedini, invece di inventare qualche arringa strampalata in difesa del suo padrone, protesta per il linguaggio.

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Futuro prossimo o già presente?